sabato 5 gennaio 2008





La frutta a Roma 2000 anni fa.

La frutta era importantissima nell'alimentazione dei Romani che l'amavano soprattutto durante i dessert. Le specie di frutta più diffuse e consumate erano i fichi, le mele e le pere, di cui si coltivavano decine di qualità, oltre a mele cotogne, ciliege e more. Leggendo quesi nomi viene da chiedersi se erano a conoscenza della bontà degli agrumi, in effetti questo tipo di frutto era si conosciuto ma non destava nessun gustoso interesse. La frutta era in parte venduta dai produttori e in parte da commercianti specializzati detti pomarii. A Roma i fruttivendoli anzi i "fruttaroli" occupavano l'area vicina al Circo Massimo o l'inizio della Via Sacra. Nella moltitudine di genti che circolavano in queste due zone della città comparivano di tanto in tanto dei venditori ambulanti che, come dimostra un bassorilievo conservato nel museo di St. Germain, urlavano "signore, signore mie!" per pubblicizzare le loro mele saporitissime raccolte in piccoli cesti. I cestini di frutta erano anche considerati doni cortesi, Ovidio consigliava all'amante di dedicare alla sua metà un canestro di frutta, raccontando magari una frottola: "che sono state acquistate in un podere alle porte della città, puoi dirlo anche se le hai comprate sulla Via Sacra". :-)

1 commento:

Anonimo ha detto...

e bravo bravo! sempre notizie interessanti dal passato! un abbraccio
Ettorissimo